Sconvolta.
Non so cosa mi aspettasi, ma qualcosa mi aspettavo. O non mi sentirei come
se m'avesse investito un TIR.
E dopo aver sfanculato tutti i Berluschini, litigando al solito da sola,
ché quelli c'avessero mai il coraggio
di dire sì l'ho votato perché mi piacciono le pedate nel culo e a te che te
frega (beh, un po' me frega, visto che invece a me no), mi sono rivolta a chi
ha votato M5S.
Con veemenza, sì, perché sono incazzata e spaventata.
Ma con la voglia di capire i motivi di chi l'ha votato, specie dopo aver
visto le reazioni deluse di molti di loro. Delusi perchè, ho chiesto?
Spiegatemi, vi prego.
Perché io sono abituata così. Così come? Ecco, ve lo faccio spiegare da uno
che, come dice lui, gioca con le parole. E ci gioca bene, cazzo, mica come me
che valgo meno d'un calzino bucato.
"Anche se adesso sto in casa a giocare con le parole, per almeno una
dozzina di anni ho fatto militanza politica. A sinistra, nei movimenti di base,
antinucleari, per il diritto alla casa, i centri sociali. E ho imparato
soprattutto una cosa da questa esperienza: che la democrazia è una rottura di
palle. Per prendere una decisione devi discutere, poi discutere ancora, e
ancora. Devi cercare di convincere quelli che non la pensano come te, oppure
convincere quelli che la pensano QUASI come te per avere una maggioranza,
sopportare le chiacchiere dei deficienti (o che ti sembrano deficienti), delle
teste di legno (o che ti sembrano…) , dei provocatori (idem), di quelli che
parlano solo per parlare perché quello dell’assemblea è l’unico momento della
loro vita in cui si sentono un pochino importanti. " (Sandrone Dazieri)
Ecco: la democrazia è una rottura di palle. Per prendere una decisione devi
discutere.
E io questo volevo fare, prima come dopo il voto: discutere, confrontarmi,
capire.
Qualcuno, devo dire, mi ha risposto, mi ha spiegato, e, pur non
condividendone la posizione, ha tutto il mio rispetto.
Ma in molti si sono offesi. Senza rispondere, senza motivare, si sono
offesi.
Si sono offesi solo perché chiedevo SPIEGATEMI.
Spiegatemi se questo era il risultato che volevate ottenere.
Spiegatemi, secondo voi, ora che succede, perché io mi sto cagando addosso
e non chiedo di meglio che essere convinta che sbaglio, che esagero.
Ecco, se non vuoi discutere con me, se non vuoi confrontarti con me, se non
vuoi provare a convincermi che tu hai ragione e io torto, SE NON CAPISCI CHE LA
DEMOCRAZIA È QUESTO, vattene a fare in culo pure tu. Tu e quelli che godono a
pigliare le pedate nel culo.
Che, come dico sempre, la vita è un setaccio: alla fine, restano solo le
pepite più grosse.