sabato 24 marzo 2012

Walrus Beach



Ore 8.00, in macchina verso Paraggi.
Brian Molko, disperato, mi accusa: You don’t care about us. Pessima idea, i Placebo.

http://www.youtube.com/watch?v=p4dNdfOLO7w

Arrivati a destinazione, un bel sole caldo mi strappa dal vortice malinconico.
Mi affaccio, butto giù un occhio… ECCHEMMINKIA!? Provo a contare: un subbo, due subbi,dieci subbi… A 50 mi arrendo.







Atmosfera da rave: mare di gente proveniente da ogni dove, look cyperpunk, allegra promiscuità, spaccio di O-ring.
L’Omonero ghigna: “Manca giusto il muro di casse.”
“C’è il mare, però!





Trovare un angolo per vestirsi è un’impresa.
In superficie, scambio due parole con una tizia:
“Servirebbe un vigile!”
“Hahaha! Sì, ma dov’è la parete?”
“Di là.”

Scendiamo rapidi, la visibilità è pessima, le zampacce davvero troppe.
I pesci ci sono, ma hanno tutti un’aria seccata.
Nel nebbione individuo ben due flabellinuscole; numerose le vacchette, una piccola cernia, uno spirografo gigante. M fa per fotografarlo, ma… ZIP! Andato…
Da un pertugio sbuca una murena per niente contenta che, infatti, ci abbaia. Povera, si può darle torto?
Facciamo sosta brucando sulla Posidonia, poi fuori.
La tribù è aumentata. Noi ci scaldiamo le ossa al sole per un po’.
Rientrando, non commetto lo stesso errore dell’andata e inzicco nel lettore un CD dal titolo POP ’80. Finestrini abbassati e volume a palla (tamarri!) cantiamo It’s my life! coi Talk Talk.
Mi guardo nello specchietto: va’ che bella abbronzatura da muratore!

lunedì 19 marzo 2012

Nei Paraggi


Finalmente si torna in acqua sul serio. E sì che mi diverto solo per il fatto di stare in acqua, ma potendo scegliere tra i peli pubici in sospensione della piscina, le latte di cibo per cani di Sturla e una parete a Portofino, ecco, io... No?
Sveglia alle sei. L'Omonero è assonnato, senza parole e senza occhi.
Tra le ciglia guardo i borsoni pesantissimi, penso ai SEI PIANI A PIEDI e ho un mancamento. Ma mi faccio coraggio. 


Alle 7 siamo al diving a Sturla. Faccio colazione guardando il mare e un germano reale che gioca nelle pozze sulla spiaggia. 
Carichiamo le bombole, si parte.
I buchi azzurri nella coperta grigia del cielo fanno ben sperare. La riviera è un'esplosione di alberi in fiore. Ciao ciao inverno, buone vacanze.
Arriviamo a destinazione, parcheggiamo, usciamo. Il mare è increspato, il cielo di piombo. 
B ha un'espressione perplessa, l'Omonero solleva un sopracciglio, esitante.
Qualcuno grida: delfini! 
Eh? Dove! Dove?
Cazzo! Sono tantissimi, saltano fuori dall'acqua, mi manca il fiato, mi batte il cuore, vorrei lanciarmi all'inseguimento così come sono, coi jeans e gli occhiali sul naso. 
L'apparizione fuga ogni dubbio e ci riempie di entusiasmo. Daidai!!! 
Entriamo, sono tutti attenti a noi che, per la prima volta, scendiamo a meno 30. 
L, l'istruttore, ci separa: G con l'Omonero, io con lui. La visibilità è discreta, seguiamo il fondale (sabbia; un copertone; qualche oloturia) finchè L ci fa segno di fermarci e prova a testare la nostra lucidità con banali operazioni matematiche. Nel giro di poco diventiamo cretinissimi e cominciamo a farci ogni genere di gestaccio. Come mi piace ridere sott'acqua, l'esplosione delle bolle e gli occhi da cinese!  


Raggiungiamo la parete e... ooh! E' ricoperta di vacchette di mare, alcune grandi, altre piccine come l'unghia di un mignolo. E margherite e spirografi, flabelline e castagnole, stelle e spugne. E una nicchia, e nella nichia un presepe, e davanti al presepe una bavosa. Mi giro a cercare l'Omonero, è vicino, lo acchiappo per mostrargli la Bavosa Devota; lui giunge le mani in preghiera - ci capiamo sempre al volo - e, di nuovo, scoppiamo a ridere. Mi sa che 'sta narcosi...  
E' ora di tornare (le dita cominciano, in effetti, a diventare insensibili). 
Sulla riva ci accolgono B e G con un thermos di tè bollente. 
Belìn, che prù! 



venerdì 16 marzo 2012

Nuovo Recinto

Ultimo Giorno della Prima Settimana nel Nuovo Recinto. 
Odore di nuovo. Mobili BEIGETTI BLEAH. 
Gli scatoloni sono spariti in fretta. E' (quasi) impeccabile, ora; resta solo una barricata, quella di Stambecco, che proprio non regge lo stress da OPENSPEIS e ha bisogno di avere le spalle coperte. Presto sarà demolita, ma, forse, per allora, Stambecco si sarà rassegnato. 

La micronovità mi regala un frizzo di energia, mentre gli altri hanno un'aria spaesata. E tacciono. Tacciono in un modo innaturale: regna un silenzio irreale, assordante, punteggiato dai click dei mouse e sottolineato dal passo pesante e legnocalzato di Airone Cuciuffo. 
Atmosfera da thriller. Mi aspetto che succeda qualcosa da un momento all'altro. 
Il Nano imbraccia un mitra e inizia a sparare. 
Un dobermann senza pelle irrompe da una finestra e si attacca alla giugulare di Figadilegno. 


Infilo nelle orecchie le cuffiette coi teschi e mi isolo coi Neubauten. 



Disegno dettagli costruttivi di pilastri in calcestruzzo armato e penso al mio panino col prosciutto di Parma.
A pranzo andrò a sedermi alla Pressa e, masticando, osserverò i nuovi Vicini: le tute blu, le mani sporche, le spalle larghe. Gnam. Altro che i fighetti del Vecchio Recinto. 


Toh. Hanno portato la macchinetta del caffè. E, finalmente, qualcuno sorride.