domenica 4 dicembre 2011

Fuerteventura "El Puente"


Sveglia alle otto. Traumatico, in vacanza.
Gli occhi pesti, cerchiamo carburante in una pasticceria francese. Squisiti croissant, una meringhetta sul piattino del caffè. Va meglio.

Al diving “Punta Amanay” ci aspettano Kristof, Gegge e Sebastian.

“Com’è il mare?” chiedo.
“Calmo. Per essere l’Atlantico”.

Il gommone è pura cattiveria. Tutto nero. “The Black Hawk I”.
Si parte. E si balla, vaccaboia!
Il Falco Nero si ferma in mezzo al mare, tra Corralejo e la Isla de los Lobos.
Vestizione rapidissima nel tentativo (riuscito) di non vomitarci addosso.
Tutti in acqua. Che non è affatto fredda: 21 gradi, dice il gingillo.
Scendiamo lungo la corda e, nel blu, il comitato di accoglienza:

B A R R A C U D A !!!!

Tanti, sbrilluccichi, bellissimi!

La visibilità è buona e il paesaggio mozzafiato: lava nera, sabbia bianca, sculture bizzarre, pertugi e anfratti.
E tantissimi pesci: pesci pappagallo, signore cernie, pesci lima ed enormi saraghi a strisce bianconere.
Sotto una tettoia, una grossa murena gialla dall’aria incazzosa: le fauci spalancate, sembra di sentirla sibilare. Arretriamo, la lasciamo in pace, curiosiamo un po’ più in là.

Arriviamo al punto che dà il nome all’immersione: uno spettacolare arco di lava.
Attaccati alle rocce per via di un po’ di corrente, ci godiamo la danza tribale dei saraghi juve: tre passi a destra, tre passi a sinistra, lo sfondo blu…. 


E’ ora di tornare. 
All’ancora, Kristof segnala di aver finito l’aria e sparisce.

Un po’ spiazzati, risaliamo. Proviamo a fare la sosta a 5 mt, ma le onde giocano con noi come fossimo yoyo.
Usciamo.
Mierda!
Il vento è forte, pinneggiamo, ci avviciniamo, ci allontaniamo, ci avviciniamo. Finalmente, riusciamo ad aggrapparci, esausti.

E Gegge mi fa un culo come una capanna.
A me, eh, mica all’Omone Nero!!! Capitani coraggiosi…
Parla velocissimo in spagnolo e in inglese, grida che si emerge a prua quando c’è vento, A PRUA!

Mi prendo il cazziatone.
Penso che due parole sulla risalita avrebbero potuto dirle.
Penso, anche, che avremmo dovuto arrivarci da soli.

Penso che ho fame e che quel ristorantino al porto profumava proprio di buono… 



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