lunedì 5 dicembre 2011

Fuerteventura - Baja de Luis


Arriviamo al diving stropicciati.
Le nostre mute sono lì, pulite e profumate. L'avevamo visto, Gegge, che aggiungeva l'ammorbidente nella vasca del risciacquo!
L'attrezzatura è pronta e ordinata. Belli, i vizi!

La compagnia è bizzarramente assortita: io e l'Omo Nero, una coppietta viennese, Sebastian, Gegge e il barcarolo.
E Michael. Un irlandese tozzo e rubizzo, 47 anni, non ancora brevettato. E' la sua prima "immersione in acque libere" ed è terrorizzato.
Gli stringo la manona.
"Come ti capisco!"
"Davvero? Ti ricordi la tua prima immersione?"
"E me lo ricordo sì, sarà passato un quarto d'ora!"
Ridiamo, lui sembra più rilassato.
Briefing di Sebastian: " Andiamo a Baja de Luis. E' semplice, profondità massima 10 mt, non c'è corrente. Io devo fare gli esercizi con Michael. Voi restate nei paraggi. Ci vediamo a fine immersione, all'ancora."
Fico!

Sarà l'emozione, sarà la bombola da 10 lt (Sebastian ha deciso che per me è più che sufficiente...), saranno i due chiletti presi al cambio di stagione (mmmmhh, gli gnocchi ai quattro formaggi!), sarà... ma fatico a scendere. Non cincischio, mi attacco alla corda e mi tiro giù. Ecco, ecco.
Nessuno approfitta del "liberi tutti" e il gruppo resta compatto. Io sono la prima. Infilo la testa in ogni pertugio, passiamo attraverso archi di lava, sotto tettoie, sopra piccoli canyon.

Intravedo qualcosa nella sabbia bianca. Una coda spunta. 
Ma che è? UN DRAGO? 

Mi giro, ci sono tutti, acchiappo Sebastian per un braccio e indico il coso.
"Stai ferma!"
"E chi si muove?"

Restiamo ad osservarlo finchè, finalmente, infastidito dalla nostra gorgogliante presenza, il coso prende il volo. 


Ma... è uno Squalo Angelo!!! 

Lo seguiamo per un po', fino a quando scompare.
Cerco lo sguardo degli altri per leggere la loro emozione e... e vedo Michael attaccato alla bombola di Sebastian!!!
Però ha un'espressione divertita; sembra tranquillo, lì al guinzaglio.

Finiamo il giro seguiti in corteo dai Saraghi Juve. Risaliamo (a PRUA!) e, stavolta, Gegge sorride.
Si festeggia lo Squalo Angelo con gli austriaci al ristorantino dei pescatori: gamberi al sale, papas arrugadas, birra ghiacciata.
Dura la vita.

domenica 4 dicembre 2011

Fuerteventura "El Puente"


Sveglia alle otto. Traumatico, in vacanza.
Gli occhi pesti, cerchiamo carburante in una pasticceria francese. Squisiti croissant, una meringhetta sul piattino del caffè. Va meglio.

Al diving “Punta Amanay” ci aspettano Kristof, Gegge e Sebastian.

“Com’è il mare?” chiedo.
“Calmo. Per essere l’Atlantico”.

Il gommone è pura cattiveria. Tutto nero. “The Black Hawk I”.
Si parte. E si balla, vaccaboia!
Il Falco Nero si ferma in mezzo al mare, tra Corralejo e la Isla de los Lobos.
Vestizione rapidissima nel tentativo (riuscito) di non vomitarci addosso.
Tutti in acqua. Che non è affatto fredda: 21 gradi, dice il gingillo.
Scendiamo lungo la corda e, nel blu, il comitato di accoglienza:

B A R R A C U D A !!!!

Tanti, sbrilluccichi, bellissimi!

La visibilità è buona e il paesaggio mozzafiato: lava nera, sabbia bianca, sculture bizzarre, pertugi e anfratti.
E tantissimi pesci: pesci pappagallo, signore cernie, pesci lima ed enormi saraghi a strisce bianconere.
Sotto una tettoia, una grossa murena gialla dall’aria incazzosa: le fauci spalancate, sembra di sentirla sibilare. Arretriamo, la lasciamo in pace, curiosiamo un po’ più in là.

Arriviamo al punto che dà il nome all’immersione: uno spettacolare arco di lava.
Attaccati alle rocce per via di un po’ di corrente, ci godiamo la danza tribale dei saraghi juve: tre passi a destra, tre passi a sinistra, lo sfondo blu…. 


E’ ora di tornare. 
All’ancora, Kristof segnala di aver finito l’aria e sparisce.

Un po’ spiazzati, risaliamo. Proviamo a fare la sosta a 5 mt, ma le onde giocano con noi come fossimo yoyo.
Usciamo.
Mierda!
Il vento è forte, pinneggiamo, ci avviciniamo, ci allontaniamo, ci avviciniamo. Finalmente, riusciamo ad aggrapparci, esausti.

E Gegge mi fa un culo come una capanna.
A me, eh, mica all’Omone Nero!!! Capitani coraggiosi…
Parla velocissimo in spagnolo e in inglese, grida che si emerge a prua quando c’è vento, A PRUA!

Mi prendo il cazziatone.
Penso che due parole sulla risalita avrebbero potuto dirle.
Penso, anche, che avremmo dovuto arrivarci da soli.

Penso che ho fame e che quel ristorantino al porto profumava proprio di buono… 



giovedì 3 novembre 2011

Emenomalechenonsonounamucca


Tanto tanto tempo fa, qualcosa come vent'anni fa, mia madre, con aria sconsolata, mi guarda e dice:"La tua vita, la nostra vita, sarebbe molto più facile se tu fossi un po' più mucca".
Le mucche sono quelle persone che brucano felici nel loro recinto. Che non solo non si chiedono cosa ci sia oltre la staccionata, ma che la staccionata neanche la vedono.
Io, oggi, sono circondata da mucche.
Gente col percorso di vita stabilito alla nascita.
Gente che non si è spostata mai più di qualche chilometro da casa. Nello stesso quartiere l'asilo, la scuola media, il liceo, l'università, l'ufficio.
Gente senza curiosità, gente che, alla mia domanda "ma qual è il piatto più bizzarro che tu abbia mai assaggiato?" mi ha risposto "i fegatini di pollo".
Gente, sicuramente, più in pace di me.
Oggi, però, succede che ci spostano il recinto un po' più in là.
"Più in là? Più in là DOVE? Oddio, ma esiste un "UNPOPIUINLA'?".
Avete mai visto delle mucche in panico? Occhi fuori dalle orbite, si aggirano devastate per i corridoi, cercano conforto e invece si contagiano i reciproci terrori.
Ed io. Io che ho cambiato vita non so più quante volte, io che vivrei di alligatore fritto, io che sono la Regina dei low cost e, nonostante le tasche vuote, ho visto più posti di tutti loro messi insieme, io, per niente mucca ma pecora nera, faccio spallucce.
E rispondo, oggi, a mia madre: " Ma', e meno male che non sono una Mucca!"

mercoledì 2 novembre 2011

Castagnole padane


Nuovi amici subbi ci invitano ad unirci a loro per un tuffo a Portofino.
Appuntamento a Sturla alle 7.00.
L'Uomo Nero, che per definizione è animale notturno, strabuzza gli occhi, barcolla un po'.
"Vuoi che lasciamo perdere?"
"No, no, va bene..." 

Sveglia alle seimenounquarto, l'Uomo nero mi risponde a grugniti e monosillabi per un'ora buona.
Il diving è a Santa Margherita. Ci siamo tutti, carichiamo l'attrezzatura, si parte.

Siamo in otto, sei maschioni e due fanciulle: io e "fossette". Ad attenderci c'è Fonzie, che ci farà da barcarolo.
Breve tragitto in gommone, arriviamo al punto: Altare.
L'acqua è verde petrolio, sembra pure densa.
Fonzie: "Volete il briefing?"
Noi:"Eh!"
Fonzie:"Non si vede un cazzo. Ma forse è meglio: con i disastri dell'alluvione, non si sa cosa potreste trovare".
Comincio a chiedermi chi me l'ha fatto fare...

L'onda lunga regala a tutti una sfumatura blu.
Fossette: "Io mi vesto in acqua!"
Neanche tre secondi e Fonzie lancia il gav di Fossette fuori dal gommone.
Il gav ancora in aria: "Ma l'avevi gonfiato?"

"..............................NO..................................."

SPLASH! glugluglugluglu.....
Eroe si lancia all'inseguimento. Un minuto di suspence. Forse due. Gav recuperato! Applausi e sospiro di sollievo.

I bravi spariscono nel verde in un attimo, mentre un Santo si sacrifica per guidare noi pippe. L'Uomo Nero scompare, io scendo più lenta col Santo.
A 7 metri, Santo mi fa segno di aspettare perchè fatica a compensare. Risale, mentre io resto, sola, aggrappata alla catena, nel nulla più totale.
Pensieri cupi affolano la mia mente. 


Finalmente Santo rispunta, recuperiamo l'Uomo Nero e cominciamo a pinneggiare. Guardo in alto, in basso, a destra a sinistra. Ovunque, grigio.

Mi sembra di volare nella pianura padana, d'inverno, alle cinque del pomeriggio. 


Due minuti. Cinque. Dieci. Possibile che la parete ancora non si veda?
Santo ha un'espressione perplessa, torniamo su.
MINKIA! SIAMO IN MEZZO AL MARE! 
Santo è mortificato: "Scusate, mi sono perso!" 
A me viene da ridere.
Con discreta fatica nuotiamo verso la parete e, di nuovo, ci tuffiamo. La risacca fa di noi quel che vuole. Eppure, mi sto divertendo! Procediamo in fila, cercando di non perdere di vista l'uno le pinne dell'altro.
D'improvviso, mi trovo con la faccia nel culo di una cernia grande come un transatlantico!
"Scusi, signora cernia! Non l'avevo vista!"
Ma lei è già fuggita lontano...




lunedì 17 ottobre 2011

Punta della Targhetta


E' sabato mattina. Suona la sveglia, salto dal letto, guardo fuori: cielo limpidissimo. Ma c'è vento. Consulto il bollettino: mare MOSSO.  Vaccaboia. Controllo il telefono: nessun messaggio.
Mentre addento una fetta biscottata, chiedo all'Uomo Nero:"Che si fa?"
"Chiamiamo per sicurezza.Così, alla peggio, ce ne torniamo a letto".

"Pronto? Allora? Si va?"
"Si, tutto confermato: il mare è mosso al largo, ma sottocosta si sta abbastanza bene. Ci vediamo dopo".

Una scarica di adrenalina mi fa capire che avevo dato per scontato che non se ne sarebbe fatto nulla.
Dai dai! Pronti, via. Siamo, come al solito, i primi ad arrivare.

L'aria frizza, il sole è tiepido. Con la muta infilata a metà e il resto dell'attrezzatura sulle spalle, ci avviamo caracollando verso il porticciolo. 
Che casino! Un gommone in arrivo e due in partenza, una trentina di subbi ha letteralmente invaso la minuscola piazzetta.
Qualcuno si dà arie da supereroe.
Due signore, fino a quel momento sedute alle due estremità di una panchina, intimorite dall'assedio si avvicinano e cominciano a scambiare due parole.
"Buongiorno signora!"
"Buongiorno. Da dove viene?"
"Io sono rumena. Anche lei?"
"No, io sono calabrese. Vive qui?"
"No, vivo a Milano"
"Ah, ecco perchè parla così bene l'italiano" 
La ciurma è finalmente al completo, si sale sul gommone. Siamo la metà di mille. Partiamo veloci, in meno di mezz'ora arriviamo a destinazione: Punta della Targhetta.
Scendono con noi altri quattro open. Io e l'Uomo Nero chiudiamo la fila. Dopo un paio di pinnate in testa, decidiamo di rallentare e distanziare il groviglio di qualche metro. Ora va meglio!
In acqua si sta benissimo e la visibilità, di nuovo, è eccezionale.
Osservo ogni fessura della parete e mi trovo faccia a faccia con una murena.
Che buffa, pare una vecchietta alla finestra!!! "Finalmente, mancavi all'appello!"
Il mare ha deciso di farmi un regalo ad ogni immersione, uno alla volta. 

Un grosso dentice d'argento sfila al nostro fianco, tantissime cernie, una stella marina che grandi così non ne ho viste mai e castagnole e saraghi e ricci, quelli salepepe, e parazoanthus e...

Ma stavolta è il blu che mi attrae, mi ipnotizza, mi chiama.
Siamo sulla via del ritorno, la parete a destra, tutti bravi in fila per due come a scuola.
Lancio un'occhiata a sinistra.
E' più forte di me.
E mi allontano dalla parete, appena qualche metro, voglio nuotare nel blu. Un banco fitto di nonsoche mi riempie gli occhi di bagliori...

L'Uomo Nero mi richiama all'ordine, è ora di risalire.
Durante la sosta ci fotografano. Oh! La nostra prima foto subba!  


Il gommone riparte, il mare è più agitato ora e la spuma delle creste punteggia di bianco il blu intenso.
L'Uomo Nero offre la faccia al vento, un'espressione da gattone soddisfatto; apre un occhio: "Senti com'è buona l'aria?"
Annuisco, sorrido e penso: "Si. Profuma di neoprene." 





lunedì 3 ottobre 2011

Jesus


La giornata è perfetta. Cielo terso, mare piatto. Stavolta si parte da Nervi.
Siamo tra i primi ad arrivare.
"Ciao ragazzi! Oggi uscite con Zac!"
Zac? Capelli ricci e castani, un sorriso accattivante, un sigarillo tra i denti.
Sul gommone siamo in metà di mille. Solo tre open: io, l'Uomo Nero e un ragazzino inglese paffuto e imbronciato.
"Andiamo al Cristo degli Abissi!"
Manco a farlo apposta....
Arrivati, mi preparo, mi tuffo. Metto la faccia sott'acqua e...   c'è una visibilità incredibile!
Vedo la statua sul fondale, le braccia levate al cielo, bolle, pesci nel blu fino... fino laggiù!
Scendiamo veloci io e l'Uomo Nero, Zac aiuta il piccirullo che fatica un po'.
Mentre aspettiamo, gioco col mio nuovo gingillo: profondità 16m, temperatura dell'acqua 22°. Fico, funziona! 
La compagnia si ricompatta, si riparte verso la parete.
Ma... che succede?  Sento una musica!
Che é? C'HO il delirio mistico?   
Mi giro verso l'uomo nero, gli faccio segno: "Senti qualcosa?" Lui annuisce, ci guardiamo intorno, non capiamo (e non capiremo). Boh!
La musica scema, proseguiamo.
L'immersione è tutta un saliscendi, 21m poi 18 poi 15 poi, di nuovo, 18, 15, 13, 18... Incontriamo dentici, saraghi, qualche cernia, triglie, donzelle e castagnole e stelle marine.   
Il mio sguardo coglie del rosa. Zac e il piccirullo, che si diverte a planare tipo scoiattolo volante, si stanno allontanando, ma... Me ne batto u belin, voglio vedere!
Avvicino la faccia alla parete: flabelline!!!    

Acchiappo l'Uomo Nero, gli indico i cosilli e restiamo un minuto, fianco a fianco, ad ammirare.
Pinneggiando un po' più rapidi di prima, raggiungiamo gli altri che, nel frattempo, si sono fermati davanti a una sporgenza TUTTA TEMPESTATA di parazoanthos. Che meraviglia!
Un'occhiata al gingillo e capisco che ormai è ora di tornare.
A malincuore, giriamo le pinne, la parete ora è a destra, torniamo alla statua, risaliamo, sosta e usciamo.
Gli altri sono già su. Arranco sul gommone (che fatica, porcavacca!), mi tolgo l'attrezzatura, l'Uomo Nero si siede al mio fianco, sale Zac. "Bravi subbi!". Mi giro per capire con chi ce l'ha. Lo guardo. Ce l'ha con noi!   
"Siete stati proprio bravi!" Orpo! LO SO che non è vero, eh, però... Non ho potuto fare a meno di gongolare un po'!
Tornati a Nervi e sistemata l'attrezzatura, l'Uomo Nero: "E ora?"
"Fame!"
"Pizza sul mare?"
"Pizza sul mare!"
Saltiamo sullo scooter, sono ormai le 7 e un sole enorme tinge di rosa la mia bella città.

"Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni?
Perché penso che è passato un altro giorno.
Dopo mi commuovo, perché penso che sono solo. Un puntino nell'universo."Sergente Lo Russo, Mediterraneo, Gabriele Salvatores. 

sabato 17 settembre 2011

Blasfemie


Io: "quando facciamo un altro tuffo?"
Bak:"presto."
Io :"andiamo a vedere il Cristo degli Abissi? Sono curiosa!"
Bak: "fico! Così ci moltiplica i pesci!"
Poi si blocca. Si illumina, sorride beato.
"Che c'è?"
"TUTTA QUELL'ACQUA TRASFORMATA IN VINO!!!!"
Sto ancora ridendo....


lunedì 12 settembre 2011

Portofino seconda!


Un amico neosubbo ci propone un tuffo a Portofino con un'associazione subacquea. 
"Sono una coppia. Hanno un gommone piccolo, si andrebbe solo in quattro". 
Penso al circo della volta precedente e dico: "perchè no?"
All'una siamo al diving. LUI è un omino magro magro, coi modi bruschi tipici della liguria, ma si capisce che ha un cuore di polpetta con le uvette e i pinoli.
Briefing. "Vi porto alla grotta dell'Eremita. E' un'immersione tranquillissima. Si scende lungo la catena fino a 15 m, poi si raggiunge la parete e si scende a 22. Più giù non potete finire: c'è il fondale! Se siamo fortunati, incontriamo Momo (o Moma? mah...)"
"Chi?"
"E' una cernia di 20 chili. Ma non è detto che abbia voglia di farsi vedere". Eh beh...
Pronti via. Semistagna, calzari, maschera al collo. Carichiamo il resto dell'attrezzatura su un carretto cingolato e attraversiamo la spiaggia di Sori. Orpo, abbiamo tutti gli occhi addosso.
LUI ci indica un gommone con tanto di ombrellino a 30 mt da riva. "Dobbiamo arrivare lì a nuoto".
Coraggio! Puff! Pant! Eccoci!
Sul gommone c'è LEI. Frizzante, simpatica, sbandiera allegramente i suoi 65 anni.
"Vi immergete tutto l'anno?" le chiedo.
"D'inverno? Scherzi? D'inverno andiamo a sciare!" 
 Ah, ecco... 

Finalmente ci siamo. Scende LUI, poi l'amico subbo, poi l'UOMO NERO e, per ultima, io.
La visibilità è discreta (sabato scorso era decisamente meglio), c'è molta sospensione. Sono tranquilla. All'inizio il respiro è un po' veloce, ma in poco tempo si regolarizza. Ecco, sto volando! Tantissime cernie, saraghi, dentici; le solite castagnole curiose, una quantità di stelle marine, qualche Pinna Nobilis.

Ad un tratto, LUI indica un punto.
Non capisco subito.
Poi la vedo. MOMO! UUUURKA! Appoggiata a uno scoglio, ci scruta; ha un'aria severa con quella "sguessera"e lo sguardo torvo. Io e l'Uomo Nero ci guardiamo, ci sorridiamo, io squittisco. 
Le giriamo un po' intorno, poi ci allontaniamo e proseguiamo. La parte finale sulla franata rocciosa è scenografica. Passiamo sotto una volta: è emozionante vedere il blu dall'altra parte.
Sosta di sicurezza completamente avvolti da castagnole blu. E' ora di uscire. Tempo di immersione: 58 min. Aria residua: 70 bar.
E stavolta, affanno, ti ho fregato! 



lunedì 5 settembre 2011

Portofino Mon Amour - racconto semiserio


Finalmente il mare ha smesso di fare il dispettoso. Ci siamo. La mia prima immersione dopo il brevetto.
Al diving c'è un casino assurdo: gente che torna, gente che smonta, gente che mangia, gente che monta.
Litigo con la muta, mi scortico un dito, controllo tutto, provo a respirare: fa uno strano fischio.  
"E' normale?" chiedo. "Si, tranquilla, poi in acqua non lo fa più". Mi fido.
Saliamo sul gommone. Siamo in 19: il barcarolo, 14 SuperSubbi (tra cui il mio istruttore) e 4 open: io e l'Uomo Nero, una fanciulla che viene dai monti, uno strano tizio dall'aria un po' Emo che non comunica con nessuno, non sorride, si guarda i piedi.
Il cielo è velato, il mare è calmo.
Arriviamo al punto d'immersione. I SuperSubbi sono dentro in un attimo. Tutti meno due, che si offrono per dare una mano a noi Pippe. In realtà non ce ne sarebbe bisogno, ma il SuperSubbo è molto carino e vederlo inginocchiato ad infilarmi le pinne mi regala un certo piacere...  

"Libero!" 
Uh? Ah! 
Mi sveglio, capriola, sono giù. Urca! E' tutto blu! Vedo la catena e le bolle dei SuperSubbi. Tiro fuori il capino dall'acqua, siamo tutti pronti. Ok? Ok! Si scende!
Si scende... si fa per dire! Sgonfio il gav, espiro... niente. 
FFFFFFFFFFFFFF!!! 
Mi concentro: espiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiroooooooooooooooooooooooo.... 

aspetto... 

ecco, ecco! 
Scendo! 

Scendiamo lungo la catena, compenso, scendiamo. 
A 10 metri ci allontaniamo dalla catena per raggiungere la parete. Scendiamo ancora un po'. Uno strano suono... fiiiiiiifiiiiiii.... fiiiiiiiifiiiiiiiii... L'erogatore FISCHIA!
Ma non avrebbe dovuto smettere, una volta in acqua? 
Il respiro si accorcia, il fischietto si infittisce, fiiifiiifiiifiii, cerco di contare: UNODUETRECOLCACCHIO, 'sto suono asmatico mi fa salire l'ansia, non conto più, un CLICK nel cervello, P A N I C O, bevo (o me lo sono immaginato?), lotto con tutta me stessa contro l'unico pensiero: TORNA SU, TORNA SU, TORNA SU! Cerco l'Uomo Nero, non è abbastanza vicino, trovo L'Emo, gli stritolo una mano, gli faccio segno QUALCOSANONVA - credo di avere questa espressione: 

In un attimo, il mio istruttore è di fronte a me...
Il peggio è passato. Ripartiamo, mentre io mi sforzo di ignorare il fischietto. E, finalmente, mi godo lo spettacolo.
Cernie ciccione (fiiiiifiiiiii), nuvole di castagnole, anemoni (fiiiiii.....fiiiii) , stelle, margherite, donzelle, saraghi (fi.........fi)... Arriviamo sotto un tetto, un'esplosione di colori mi stordisce e mi riempie il cuore. Non sento neanche più il fischietto! Sono in estasi, ma... è ora di risalire.
Eh?! MA... MA... ma se abbiamo appena cominciato!!!

E va beh... Si torna su, ci siamo tutti, si riparte. Il cielo è coperto, inizia a piovere. Ma stavolta, tempaccio, ti ho fregato! 


venerdì 19 agosto 2011

Pessimismoefastidio


Ieri sera.
E' il tramonto. Sono al Banano che mi godo una birretta fresca. Puro piacere.
Incontro amici che non vedevo da tempo.
Sorrisibaciabbracci.
"Valeeeee! Racconta, che fai di bello? Novità?"
Con gli occhi che mi sbrilluccicano, rispondo: "Ho preso il brevetto, sono una Subba!"
"O_O... Ehhh? Vai sott'acqua col bombolozzo? Ma è pericolosissimo! Non lo fare più, SAI QUANTA GGGGENTE MUOREEEE?!!"
Tento timidamente un'obiezione: "Ma no, se stai attento, se non sei avventato....."
"Guarda che MUOIONO anche quelli  ESPERTI, i PROFESSIONISTI (?!) !!! " 
"Uffi, non stroncatemi così, è la cosa più bella che ho fatto nella vita, volare nel mare... Sono così entusiasta!"
"Tranquilla, tanto, poi, L'ENTUSIASMO TI PASSA...."

Io ti amo Genova, tanto, non ti ho scelta a caso.... Certo che, a volte,.....

venerdì 3 giugno 2011

Ma la gente come sta?

Il concerto dei Neubauten sta per iniziare. Il mio vicino fa una telefonata:"buonasera, scusi se disturbo, tra l'altro sono a un concerto e se comincia chiudo, ma... È morto Emilio? Oh cazzo! In moto? Mi dispiace, un così caro ragazzo! Beh... Buona serata!" O_O"

lunedì 9 maggio 2011

Perché NON POSSO mangiare una pera senza buccia


Geppetto, che di tutto quel discorso arruffato aveva capito una cosa sola, cioè che il burattino sentiva morirsi dalla gran fame, tirò fuori di tasca tre pere, e porgendogliele, disse:
"Queste tre pere erano per la mia colazione: ma io te le do volentieri. Mangiale, e buon pro ti faccia."
"Se volete che le mangi, fatemi il piacere di sbucciarle."
"Sbucciarle?" replicò Geppetto meravigliato. "Non avrei mai creduto, ragazzo, mio, che tu fossi così boccuccia e così schizzinoso di palato. Male! In questo mondo, fin da bambini, bisogna avvezzarsi abboccati e a saper mangiare di tutto, perché non si sa mai quel che ci può capitare. I casi son tanti!..."
"Voi direte bene, soggiunse Pinocchio, ma io non mangerò mai una frutta, che non sia sbucciata. Le bucce non le posso soffrire."
E quel buon uomo di Geppetto, cavato fuori un coltellino, e armatosi di santa pazienza, sbucciò le tre pere, e pose tutte le bucce sopra un angolo della tavola.
Quando Pinocchio in due bocconi ebbe mangiata la prima pera, fece l'atto di buttar via il torsolo: ma Geppetto gli trattenne il braccio, dicendogli:
"Non lo buttar via: tutto in questo mondo può far comodo."
"Ma io il torsolo non lo mangio davvero!..." gridò il burattino, rivoltandosi come una vipera.
"Chi lo sa! I casi son tanti!..." ripeté Geppetto, senza riscaldarsi.
Fatto sta che i tre torsoli, invece di essere gettati fuori dalla finestra, vennero posati sull'angolo della tavola in compagnia delle bucce.
Mangiate o, per dir meglio, divorate le tre pere, Pinocchio fece un lunghissimo sbadiglio e disse piagnucolando:
"Ho dell'altra fame!"
"Ma io, ragazzo mio, non ho più nulla da darti."
"Proprio nulla, nulla?"
"Ci avrei soltanto queste bucce e questi torsoli di pera."
"Pazienza!" disse Pinocchio, "se non c'è altro, mangerò una buccia."
E cominciò a masticare. Da principio storse un po' la bocca; ma poi, una dietro l'altra, spolverò in un soffio tutte le bucce: e dopo le bucce, anche i torsoli, e quand'ebbe finito di mangiare ogni cosa, si batté tutto contento le mani sul corpo, e disse gongolando:
"Ora sì che sto bene!"
"Vedi dunque, osservò Geppetto, che avevo ragione io quando ti dicevo che non bisogna avvezzarsi né troppo sofistici né troppo delicati di palato. Caro mio, non si sa mai quel che ci può capitare in questo mondo. I casi son tanti!..."