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Non puoi perdertelo: dentro ci trovi gente come Alberico.
Alberico era uno difficile da immaginare in vacanza.
Il suo tempo libero, cioè quando non era incazzato, lo trascorreva coi suoi
ragni. Possedeva una coppia di tarantole giganti della Guaiana, una specie
cannibale. La femmina mangiava il maschio dopo l’accoppiamento. Sperava di
godersi un giorno la scena, ma doveva aver preso una coppia balorda, perché non
c’era modo. Quei due ragni, pur maschio e femmina, si consideravano amici e
andavano a spasso insieme, cacciavano insieme, si toglievano reciprocamente i
parassiti, ma non trombavano. In compenso gli tenevano il diving pulito: da
quando c’erano loro in giro se si vedeva un topo era un topo morto, e anche
scarafaggi e farfalle piano piano erano spariti. Ma anche i clienti.
Come John.
Ne aveva abbastanza di idioti che cercavano insulsità
tanto minuscole da dover usare una lente per vederle, e il relitto del Liberty
a Tulamben era facile e poco profondo . Lui voleva squali tigre e caverne,
luoghi bui dove incontrare navi fantasma, relitti e mostri che spuntavano dalla
nebbia nera. Altro che pescetti colorati e cavallucci pigmei! Gli mancavano le
kelp, le foreste di alghe brune. E l’acqua fredda di casa sua.
O come questo tizio orrendo qui.
Occhi cisposi, naso da pugile. Fa scorrere la lingua
sulle gengive e spinge i denti in fuori uno dopo l’altro, uno bianco uno nero
uno bianco uno nero due bianchi, come tasti di un pianoforte suonato
dall’interno.
Lo spazzolino nel bicchiere è spettinato e secco, in
disuso da quando ha deciso che era inutile, che tanto prima o poi avrebbe messo
la dentiera, così com’era stato per sua madre e suo padre e sua sorella grande,
e dunque perché sprecare energie a tenere pulito qualcosa che presto sarebbe
morto? Porteresti a lavare l’auto che stai per rottamare? Lo spazzolino era
rimasto nel bicchiere, e prima s’era ricoperto d’una patina verde, poi s’era
seccato e le setole si erano aperte come spighe secche. Aveva scoperto che gli
piaceva tenerlo lì, quello spazzolino. Specie se c’era gente per casa. Era
iniziato tutto così.
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SUBACQUEI CATTIVI
Claudio Di Manao
Marco Benedet
Valentina Morelli